In una rivista del ’63, Erika Faul-Symmer (Bildjournalistin BR) descrive la sua visita effettuata in casa della pittrice [libera traduzione dal tedesco]:
“Abbandoniamo con soddisfazione la coda di automobili con il loro rumore assordante per le nostre orecchie ed entriamo nella piacevole frescura della vecchia casa costruita a grosse pietre.
Grazie all’impegno della propria madre, sottolinea l’artista, Erminia ha potuto studiare e seguire la scuola d’arte a Zurigo e affrontare i primi difficili anni di lavoro. Parla con entusiasmo dei suoi maestri di allora, Willhelm Hummel e Max Gübler. Troviamo al pian terreno una grande sala espositiva con soffitto a volta, dal tipico vecchio stile architettonico italiano, costellato di affreschi. Vi troviamo un grande camino aperto. Scopriamo un grande assortimento di dipinti su graffiti e mosaici, disegni, dipinti a olio. Siamo stupefatti di tanta diligenza e impegno artistico. Tutte queste opere sono create da una donna: la svizzera Erminia Fritsche.
Erminia vive e lavora qui in forma privata da diciotto anni. Ha avuto una prima esposizione nella Svizzera tedesca, da dove riceveva le prime ordinazioni. È assai sorprendente che l’artista esegua le proprie opere in svariate tecniche: non solo affreschi, olio e tempere ma spesso anche faticosi lavori di graffito e mosaico. Pur dominando tutte queste tecniche, si pone maggiormente davanti al cavalletto avvolta nei profumi dei colori ad olio. L’abitazione sulla cantonale a Bissone (casa Tencalla) è inserita e tutelata tra i monumenti storici e qui nacque l’architetto Francesco Borromini (1559-1667).”